Mentre sulla pagina facebook del quotidiano Il Piccolo ferve il dibattito fra i favorevoli ed i contrari al piano di abbattimento dei cinghiali che popolano i quartieri periferici di Trieste, è proprio la comunità dei suini selvatici a prendere posizione contro la Provincia. Con un durissimo comunicato, il direttivo provinciale della fauna suino-selvatica ha fatto sapere che se gli abbattimenti dovessero continuare, Trieste dovrà affrontare forme di protesta estreme, prima fra tutte il blocco del tram di Opicina. “Ci distenderemo a centinaia sui binari, e voglio vedere come la prenderà la cittadinanza”, ha grugnito il carismatico “Mahatma”, un maschio adulto di quasi centotrenta chilogrammi unanimemente riconosciuto come portavoce dall’intera popolazione selvatica. Ad inasprire la vertenza ha contribuito l’intransigenza del sindaco Cosolini il quale, dopo essersi ripetutamente rifiutato di incontrare una delegazione suina, ha sì accondisceso ad un colloquio, presentandosi però con un tovagliolo legato al collo e con le posate in mano. Una provocazione che ha imbestialito (si fa per dire) il solitamente pacato Mahatma, che da quel momento ha sposato la linea dura dei più giovani membri del direttivo. La situazione sembra senza sbocchi e nei palazzi del potere si seguono gli sviluppi con ansia e preoccupazione. Come reagirà la cittadinanza davanti alla protesta annunciata? La maggioranza dei triestini non può rinunciare al simpatico ed amato tram, ma anche la comunità animalista è folta ed agguerrita, quindi potremmo assistere ad un conflitto trasversale: tramvisti contro cinghialisti. Di una cosa i partiti locali sono certi: dopo vent’anni di divisioni sulla Ferriera, la campagna elettorale del 2016 si deciderà sulla sorte dei cinghiali e del tram.
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