La notizia è piombata su Trieste come un fulmine a ciel sereno, ma nei palazzi romani l’argomento era in discussione da tempo. Da un lato ci sono le difficoltà economiche del nostro paese, dall’altro le rivendicazioni del governo di Vienna, che ha sempre considerato il castello di Miramare un monumento totalmente austriaco “scippato” dal tradimento italiano del 1915. Ad accelerare le cose è stato però un rapporto della Commissione Europea sul patrimonio artistico del Belpaese, che dà un giudizio impietoso sulla nostra incapacità di tutelare il patrimonio architettonico e paesaggistico. Di qui la raccomandazione al governo italiano di procedere all’alienazione di alcuni gioielli, fra i quali la residenza che fu di Massimiliano I, al fine di assicurarne la tutela per i posteri. Il governo di Roma non ha indugiato ed ha concluso in poche settimane la transazione con il ministero degli Esteri austriaco, che entro il 2015 rileverà l'intero complesso (parco, castello e pertinenze) per una cifra al momento coperta dal segreto.
Dopo l’iniziale sconcerto, la comunità locale ha fatto quadrato contro la decisione di Roma, ma sembra che ormai non ci sia nulla da fare. Un politico triestino che ha alzato la voce davanti al commissario UE si è sentito rispondere: “ma se voi ancora vi lagnate per i beni abbandonati degli esuli istriani?”
Dopo l’iniziale sconcerto, la comunità locale ha fatto quadrato contro la decisione di Roma, ma sembra che ormai non ci sia nulla da fare. Un politico triestino che ha alzato la voce davanti al commissario UE si è sentito rispondere: “ma se voi ancora vi lagnate per i beni abbandonati degli esuli istriani?”
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