Serata movimentata in centro città. Tutto è cominciato quando un turista trevigiano appassionato di armi, giunto a Trieste credendo che il Museo Revoltella fosse un museo della rivoltella, ha chiesto invano di farsi rimborsare il biglietto, venendo spedito senza troppi complimenti al Museo de Henriquez. Onde sbollire la rabbia si è accomodato al tavolo di un ristorante sulle Rive, lamentandosi platealmente dell’accaduto con il gestore ed attirando in tal guisa l’attenzione di altri turisti, delusi dal fatto che, contrariamente a quanto da loro creduto, il Salotto Vienna non è una Sagra del Wurstel. Alla doglianza collettiva si sono uniti alcuni giovani triestini, reduci dalla presunta discoteca del Magazzino 42, da essi definita “una specie di lager dal quale siamo fuggiti”, trovando il sostegno di un altro gruppo di ragazzi di Palmanova, richiamati a Trieste dagli articoli de Il Piccolo che descrivono il centro di Trieste percorso da una irrefrenabile movida, per trovare invece quello che hanno definito “un desolante mortorio” [si veda nella foto un’immagine della movida]. Il titolare del ristorante, quasi accerchiato da decine di avventori inferociti per la serata sprecata, ha cercato di eclissarsi, ma è stato preso alle spalle da due coppie di turisti messicani schiumanti rabbia: “¿Cómo se puede hacer un espectáculo en honor al asesino del pueblo mexicano?” Protesta suscitata dalla mostra dedicata a Massimiliano d’Asburgo al Castello di Miramare. Sentendosi perduto, il tapino ha cercato con lo sguardo una via di fuga, individuando, seduto al tavolo del ristorante adiacente, l’assessore comunale al turismo, o comunque uno che poteva esserlo. “La colpa è di quello lì”, ha gridato ai clienti segnandolo a dito. La massa si è quindi rivolta con lo sguardo verso l'uomo, il quale, pur non comprendendo cosa stava accadendo, ma attanagliato dal senso di colpa di cui soffre giustamente ogni politico, se l’è data a gambe. Dopo aver rinunciato all’inseguimento, la piccola folla di turisti delusi ha ordinato da bere, ottenendo un consistente sconto.
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